Stefano-Benni

 

Oggi al bar siamo tutti più buoni. E’ più buono Eros il tecnico.  Dice che Chinaglia,  in fondo in fondo,  se imparasse a giocare di testa…   Fornara ha perdonato a Stambazzini un’uscita con l’asso di  coppe  per cui non gli parlava dal ’68. E’  più  buono il caffè.  Il barista lo fa con la miscela delle grandi occasioni, bello caldo e concentrato come se dovesse tirare un rigore. E’ più buono Muzzi.  Ha portato l’albero.  L’ha segato,  di notte,  ai giardini  comunali.  E’  pieno  di  cuori,  frasi  d’amore,  segni  di pallonate e pisciate di barboncini. Non importa,  è il  pensiero  che conta. Nevica,  le  scarpe  gniccano.  I  bambini  schiacciano i nasini sulle vetrine dei negozi di giocattoli.  Cocosecco schiaccia il  nasone  sul vetrinone di un negozio di alimentari e la commessa sviene. Poluzzi fa il papà Natale nel sottopassaggio a cinquecento lire l’ora. Nando  spala  la neve nei giardini-bene e la tira dentro alle finestre degli emigrati, tanto non hanno il riscaldamento. Nella via illuminata a festa le pellicce si accarezzano nel  traffico, facendo le fusa. E’ Natale. E’ più buono il vigile,  che mette le multe col rametto di vischio. E’ più buono il nonno da bar, che va a sputare fuori. Trinca viaggia con una sporta con capitone, tacchino e cappone.  E’ la tradizione. Dai domenicani hanno fatto un presepe, tutto di marzapane. Il cinno, di nascosto, mangia i re magi e scappa a confessarsi. Fili  d’argento  si tendono tra il cielo e la terra.  E’ una festa per tutti.  Al Rotary pranzo gratis per i bambini poveri.  Obbligatorio lo smoking. Al  bar  ci  scambiamo  i  regali.  Sigari,  cambiali,  abbonamenti di tribuna.  L’albero,  decorato  con  krapfen  e  candele  di  motorino, lampeggia  e  spande  intorno un calore confortante.  E’ indubbiamente Natale.     Tacchino per tutti.  Ai malati  dell’ospedale,  dentro  al  brodo.  Al carcere,  al manicomio e in caserma.  E a mezzanotte,  ragazzi, un bel presentatarm a Nostro Signore. Oggi siamo tutti uguali: soprattutto  i  poveri,  ospiti  d’onore  nei discorsi  dei  cardinali,  nelle riunioni conviviali,  nei servizi dei telegiornali. Oggi siamo tutti uguali. Il 26, però vado al Sestrière. Buon Natale.

Stefano Benni, Bar Sport, Milano, Mondadori, 1976.