Laboratorio di Rap

Il Laboratorio si fonda su apprendimenti vocali, di scrittura e di produzione di basi che compongono la disciplina del rap.
Il rap è un arte complessa che mescola suono, metrica, contenuto, ritmica, timbrica e stile. Comprendere le varie sfaccettature rende l’esperienza laboratoriale lunga e costellata di pratica.
Si inizia con esercizi ritmici sulla rima, complicando il gioco con pause e rime interne al testo. Occorre riuscire a gestire contemporaneamente: contenuto, voce, ritmo, metrica per ottenere un risultato soddisfacente.
Unita alla pratica continua si faranno ascolti critici di gruppo: solo chi sa ascoltare può riprodurre o arricchire l’esistente. Essendo l’obiettivo quello di creare brani inediti ci si avvarrà del confronto con percorsi e artisti differenti sentire approcci differenti aprirà nuovi canali espressivi
Il confronto e la socialità sono alla base di ogni vera esperienza artistica ecco perché i laboratori saranno collettivi e mai individuali.

Bio

Lanfranco Vicari, in arte Moder, è un rapper/cantautore italiano, classe 1983.
Dall’inizio dell’avventura artistica si muove in maniera trasversale su vari fronti:
dai laboratori di rap, all’esperienza teatrale, passando per l’ideazione di eventi artistico-culturali, fino alla Direzione Artistica e la produzione discografica.
L’esperienza laboratoriale nasce nel 2008, con un ristretto gruppo di ragazzi amanti del rap. Fin da subito è stato importante assestare un metodo di approccio al lavoro di guida laboratoriale.
L’approccio nei suoi laboratori è molto pratico, punta ad aumentare la capacità di linguaggio, la ricerca delle parole giuste per raccontare di sé e del mondo e il valore della ritmica in 4/4. L’approccio ritmico/musicale è fondamentale e riesce a imbrigliare la creatività, in una forma compiuta e riproducibile.
Questa continua ricerca musicale e l’esplorazione dei diversi campi della scrittura, lo ha portato ad evolvere i laboratori, portando a compimento diversi progetti musicali, dal laboratorio alla registrazione di brani, EP e dischi di giovani artisti.

DOVE SI
SONO SVOLTI 

  • Università di Bologna alma mater studiorum (Bologna)
  • Università degli studi di Milano
  • Iac (Matera)
  • Cisim Lido Adriano
  • Cantiere poetico (Santarcangelo)
  • Centro culturale Italo calvino (Bologna)
  • Teatro Nucleo (Ferrara)
  • Olinda (Milano)
  • Lavori in comune (Ravenna)
  • Centro giovani Quake (Ravenna)
  • Spazio sociale polivalente Agorà (lido adriano)
  • Biblioteca di Russi
  • Centro di aggregazione giovanile “Free to fly” (Alfonsine)
  • Arci (Ravenna)
  • Radio sonora (Bagnacavallo)
  • Teatro delle ariette (Valsamoggia)
  • Teatro Petrella (Longiano)
  • Ipsia G. Vassallo (Galeata)
  • Istituto professionale Engim (Ravenna)
  • Street art accademy (Milano)

Il rap è una materia personale e complicatissima, sono convinto sia impossibile insegnarla.
Il rap è nemico di ogni tipo di scuola o accademia che lo formalizzi. Durante i laboratori i ragazzi “rappano” allo sfinimento loro scritti in rima, cercando, attraverso l’allenamento, il confronto, la riscrittura, di migliorare le tecniche, il senso del tempo, la musicalità, l’impostazione vocale. Questi giovani rapper fabbricano, levigano, carteggiano le loro rime. Il fine è quello di superare i propri limiti, di unire forma e contenuto, trasformare i pensieri in parole e le parole in suono.
In tutto questo io mi ritaglio il ruolo di allenatore/guida:
a volte urlo come un pazzo, corro con loro, fatico con loro, cercando di dar loro consigli e di tirar fuori il meglio da ciò che scrivono.
Metto a loro disposizione quello che ho imparato negli anni di palchi e di fogli scritti.
I trucchi del mestiere vanno dall’uso del diaframma, all’articolazione delle parole, alle tecniche metriche vere e proprie. Queste sono la parte più delicata di tutto il laboratorio, perché la prima regola del rap e della cultura hip hop è la ricerca dello “stile” personale: un rapper senza un proprio stile non esiste.
Il rap, a differenza di altri generi musicali, rifiuta la “cover” come apprendimento: fare rap presuppone un’autorialità immediata.

In sostanza i laboratori di rap funzionano così:

Ci ritagliamo un paio di ore settimanali per esercitarci insieme. Il lavoro, spesso, è in gruppo, ma si lavora su una disciplina individuale. Perciò l’incontro, lo scambio, la competizione, sono parte integrante di questo laboratorio. Mettersi in gioco è difficile, oggi come oggi, lo sbaglio non è tollerato: invece all’interno del laboratorio lo sbaglio, oltre ad essere ammesso, è esaltato e necessario al percorso di formazione personale. Solo chi prova sbaglia.

Il rap ha il grande vantaggio di poter raccontare e rendere cinematografico ogni disagio, oltre che di un approccio empirico senza bisogno di nulla di più di una penna un foglio e due cassettine. Il laboratorio di rap è un luogo fondamentale di socialità e di confronto i ragazzi imparano a muoversi e confrontarsi in gruppo trovando insieme soluzione ad ogni problema compositivo. Il rap è una valvola di sfogo che però insegna che per ogni cosa serve impegno e sudore.

Moder

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