foto3

Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l’arco de lo essilio pria saetta.
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e l’salir per l’altrui scale
Dante Alighieri . Divina Commedia Paradiso canto XVII

Dante Alighieri  esiliato da Firenze , rifugiato a Ravenna vi morì  il 14 settembre 1321

Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2001. Con la Giornata Mondiale del Rifugiato l’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) il cui mandato è quello di  guidare e coordinare, a livello mondiale, la protezione dei rifugiati, vuole invitare ad una riflessione sui milioni di rifugiati e richiedenti asilo che, costretti a fuggire da guerre e violenze, lasciano i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era parte della loro vita.
L’UNHCR è la principale organizzazione al mondo impegnata in prima linea a salvare vite umane, a proteggere i diritti di milioni di rifugiati, di sfollati e di apolidi. Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 14 dicembre 1950, da allora l’Agenzia, che opera in 123 paesi del mondo, ha aiutato più di 60 milioni di persone a ricostruire la propria vita. Per questo le sono stati assegnati due Premi Nobel per la Pace, il primo nel 1954, il secondo nel 1981.
Il rifugiato è titolare di protezione internazionale. Si tratta di persona che “… temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese d’origine di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese…”.
Questa definizione viene enunciata dall’art.1A della Convenzione di Ginevra del 1951, recepita nell’ordinamento italiano dalla legge n.722 del 1954. La Convenzione di Ginevra del 1951 e il Protocollo di New York relativo allo status di rifugiato del 1967 rappresentano gli strumenti di diritto internazionale più importanti sulla protezione dei rifugiati perché definiscono le modalità di comportamento dei diversi Paesi nei confronti dei rifugiati e delle persone in cerca d’asilo. A essi hanno aderito circa 150 Paesi nel mondo. Non hanno aderito Libia, India, Iraq, Indonesia, Sri Lanka, Giordania, Siria.  
Il richiedente asilo (o protezione internazionale) è colui lasciato il proprio paese d’origine e avendo inoltrato una richiesta di asilo, è  ancora in attesa di una decisione da parte delle autorità del paese ospitante riguardo al riconoscimento dello status di rifugiato.
L’apolide è un individuo che nessuno Stato considera come suo cittadino e al quale, di conseguenza, non viene riconosciuto il diritto fondamentale alla nazionalità né assicurato il godimento dei diritti ad essa correlati.
Gli sfollati (in inglese, Internally Displaced Persons), sono, come i rifugiati, civili costretti a fuggire da guerre o persecuzioni. Tuttavia, a differenza dei rifugiati, essi non hanno attraversato un confine internazionale. Negli ultimi anni, il mutamento della natura dei conflitti ha condotto ad un progressivo aumento delle persone sfollate all’interno del proprio paese stimate in 33,3 milioni di persone.

foto4

Secondo il Rapporto annuale 2014 dell’UNHCR alla fine del 2013 si contavano 51,2 milioni di migranti forzati. Tra il 75 e l’80 per cento di queste persone è costituito da donne e bambini. Il numero relativo ai rifugiati ammonta a 16,7 milioni di persone a livello globale, 11,7 milioni dei quali sono sotto il mandato dell’UNHCR, mentre i rimanenti sono stati registrati dall’organizzazione sorella dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi (UNRWA). Inoltre, alla fine del 2013 più della metà dei rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR (6,3 milioni) era in esilio da più di cinque anni.

Complessivamente, gli afghani, i siriani e i somali – che insieme rappresentano oltre la metà del totale dei rifugiati a livello mondiale – costituiscono le nazionalità maggiormente rappresentate tra le persone di cui l’UNHCR si prende cura. Maggiori Paesi di accoglienza nel mondo sono il Pakistan, l’Iran e il Libano. Se si guarda alle diverse regioni, l’Asia e il Pacifico hanno ospitato il maggior numero di rifugiati, complessivamente 3,5 milioni di persone. L’Africa sub-sahariana ha accolto 2,9 milioni di persone, mentre il Medio Oriente e il Nord Africa hanno visto arrivare sui loro territori 2,6 milioni di migranti forzati. L’intera Europa accoglieva 1 milione e 700 mila rifugiati (come il solo Pakistan).

Oltre ai rifugiati il 2013 ha visto 1,1 milioni di persone presentare domanda di asilo, la maggior parte dei quali nei paesi sviluppati. Nel 2014 in Europa ci sono state 626.000 richieste d’asilo, il 44% in più rispetto all’anno precedente e la Germania è diventato il paese al mondo con il più elevato numero di nuove domande di asilo presentate, 202.815 (seguita da Stati Uniti, Turchia, Svezia e Italia). Un numero record di 25.300 domande di asilo sono state presentate da minori (bambini che sono stati separati dai genitori o minori stranieri non accompagnati). I cittadini siriani hanno presentato 64.300 domande, più di qualsiasi altra nazionalità, seguiti dai richiedenti asilo provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo (60.400) e da Myanmar (57.400).

La popolazione mondiale di persone apolidi non è compresa nella cifra di 51,2 milioni di migranti forzati (in quanto la condizione di apolide non è necessariamente correlata a quella di migrante forzato). Per il 2013, gli uffici dell’UNHCR in tutto il mondo hanno registrato circa 3,5 milioni di persone apolidi, tuttavia si stima che questa cifra sia circa un terzo del numero di apolidi a livello globale.

foto2

 

L’ultima volta che le domande di asilo hanno raggiunto livelli simili agli attuali in Europa è stato nel 1992, all’ inizio del conflitto in Bosnia Erzegovina. E le cause sono diverse e perlopiù legate a conflitti e a povertà: i jihadisti in Siria e in Iraq ha smosso e continuano a smuovere milioni di persone (ma solo una piccola percentuale di coloro che fuggono sono arrivati in Europa); gli abusi dei diritti umani in Eritrea spingono flussi di rifugiati attraverso il Sudan in Libia e poi, attraverso il mare, in Europa; la stagnazione economica nell’area dei Balcani ha invece costretto migliaia di persone a scappare verso il nord. E in più il conflitto ucraino ha fatto crescere il numero di ucraini che chiedono asilo, da 1400 nel 2013 a 15.700 nel 2014. Dal 2000 al 2013 sono morti più di 23 mila migranti nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare o attraversando i confini via terra del vecchio continente.
In Italia  nel 2014 c’erano 78.000 rifugiati con status già riconosciuto e  le nuove domande d’asilo presentate sono state 64.886 (di cui  21.861 accolte) con un aumento del 140% rispetto al 2013, crescita dovuta all’aumento del numero di sbarchi dal Mediterraneo (170.000 cioè il 200% in più rispetto al 2013) e all’applicazione del Regolamento di Dublino che impedisce di presentare una domanda di asilo in più di uno stato membro, e prevede che la domanda la esamini lo Stato dove il richiedente ha fatto ingresso nell’Unione. L’Europa ha adottato anche il sistema Eurodac, un archivio comune delle impronte digitali dei richiedenti asilo usato dalla polizia per controllare se sono state presentate diverse domande. In assenza di vie sicure per il raggiungimento delle coste europee, 3.400 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo nel 2014 ed altri 1.600 nei primi quattro mesi del 2015.
In Italia il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Nel triennio 2014-2016 lo Sprar può contare su 415 amministrazioni coinvolte per oltre 19.000 posti su tutto il territorio nazionale. Il progetto del Comune di Ravenna, in collaborazione con la cooperativa sociale “Persone in Movimento”, garantisce l’accoglienza temporanea a 78 persone che, oltre al vitto e all’alloggio, possono contare su progetti di autonomia individuale, che comprendono l’apprendimento della lingua italiana, la formazione professionale e l’inserimento lavorativo. Dal 2001 a Ravenna sono state accolte oltre 500 persone.

TRISTISSIMO SECOLO                         
di Pablo Neruda
Il secolo degli esiliati,
il libro degli esiliati,
il secolo grigio, il libro nero.
E’ ciò che devo lasciare
scritto e aperto nel libro,
dissotterrandolo dal secolo
e dissanguandolo nel libro.
Perchè io vissi la fratta
dei perduti nella selva:
nella selva dei castighi.
Ho contato le mani tagliate
e le montagne di cenere,
i singhiozzi separati,
gli occhiali senza occhi
e i capelli senza testa.
Poi ho cercato per il mondo
quelli che han perso la patria,
portando dove le portai
le loro bandierine sconfitte,
le loro stelle di Giacobbe,
le povere fotografie.
Ho conosciuto anch’io l’esilio.
Ma, essendo nato camminante,
sono tornato a mani vuote
a questo mare che mi riconosce;
sono altri, però, gli ancora,
gli ancora tormentati,
quelli che ancora lasciano indietro
i loro amori e i loro errori,
pensando che forse, forse,
e sapendo che mai, mai:
così mi toccò singhiozzare
questo singhiozzo polveroso,
di quelli che persero la terra,
e celebrare coi miei fratelli
(quelli che rimasero lì)
le costruzioni vittoriose,
i raccolti di pani nuovi.

Rifugiati famosi: Dante Alighieri, Niccolò Machiavelli, Giuseppe Mazzini ,Victor HugoBertolt  BrechtAlbert EinsteinBela BartokFryderyk ChopinRichard WagnerMarlene Dietrich, Albert Einstein,  Sigmund Freud, Arturo Toscanini,  Isabel Allende, Pablo Neruda, Miriam Makeba, Rigoberta Menchu, Milan Kundera, Marc Chagall, Rudolf Nureyev, Hannah Arendt, Luis Sepulveda.

foto1