Vittorio Arrigoni (VIK) attivista, giornalista e scrittore italiano viene ucciso a Gaza il 15 aprile 2011.
Con le parole RESTIAMO UMANI terminava ogni suo scritto (alternate in alcuni casi alla traduzione inglese: “Stay human”).

Vittorio

“Io che non credo alla guerra, non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Semmai vorrei essere ricordato per i miei sogni. Dovessi un giorno morire – fra cent’anni – vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela: “Un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni: un vincitore”.
“Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana.“

Vittorio nasce il 4 febbraio 1975 a Besana in Brianza, non lontano da Milano, da Ettore Arrigoni e Egidia Beretta, piccoli imprenditori. I nonni, antifascisti, avevano combattuto nella seconda guerra mondiale, la madre diverrà successivamente sindaco di Bulciago. Dopo il diploma di ragioneria, lavora inizialmente nell’azienda di famiglia, poi si dedica all’aiuto umanitario.
Membro dell’ong International Solidarity Movement, dopo alcuni viaggi internazionali e in particolare uno a Gerusalemme del 2002, si interessa alla causa palestinese, schierandosi duramente contro il comportamento dello Stato di Israele verso la popolazione della Striscia di Gaza, criticando la politica autoritaria e teocratica di Hamas nell’amministrazione della Striscia e quella di Fatah in Cisgiordania, da lui considerata collaborazionista con Israele.
Nel 2005 viene inserito nella lista nera delle persone sgradite ad Israele. Nell’aprile dello stesso anno, per questa ragione, è fermato in ingresso alla frontiera con la Giordania. Selvaggiamente picchiato dai militari israeliani, viene poi abbandonato in territorio giordano e salvato da militari giordani. Lo scrittore Amos Oz spiegherà ad Arrigoni che la presenza era a suo parere sgradita poiché avrebbe potuto testimoniare contro Israele per crimini di guerra alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia.
Dal 2008 si trasferisce a Gaza, da dove diffonde informazioni sulle condizioni dei palestinesi gazawi. Sempre nel 2008 viene ferito e incarcerato dall’Esercito israeliano per aver difeso 15 pescatori palestinesi che cercavano di pescare nelle proprie acque territoriali.
Collaboratore di PeaceReporter, InfoPal, Radio Popolare, del quotidiano Il manifesto, con la stessa casa editrice pubblica nel 2009 il libro Restiamo umani, raccolta dei propri reportage da Gaza, tradotto anche in inglese, spagnolo, francese e tedesco, con l’aggiunta di un’introduzione dello storico israeliano Ilan Pappé.
Durante l’Operazione Piombo fuso, il suo blog Guerrilla Radio, nato nel luglio del 2004, ottiene notorietà internazionale in quanto unica fonte occidentale a informare da Gaza in un momento in cui nessun giornalista aveva accesso alla Striscia. Il sito di Arrigoni diviene per alcune settimane uno dei blog più visitati in Italia. Le sue cronache si fanno sempre più documento storico dei feroci attacchi israeliani, della distorsione dell’informazione dei media, della tenace resistenza della popolazione civile, o meglio, delle “varie forme di resistenza“:

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Ci sono varie forme di resistenza, c’è una resistenza armata – male armata, che cerca di contrapporsi all’occupazione israeliana, all’assedio, e c’è un altro tipo di resistenza, la resistenza dei pescatori così come quella dei contadini, una resistenza civile, non armata, che chiede soltanto diritti umani e libertà.
Durante i giorni del massacro “Piombo fuso” ho avuto una visione chiara, netta, di cosa significa resistenza, i palestinesi me ne hanno insegnato il significato. In quei terrificanti giorni la resistenza era rappresentata soprattutto dai medici e dai paramedici sulle ambulanze“.

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Il 4 gennaio 2011 ripubblica sul proprio blog il manifesto dei giovani di Gaza “Gaza Youth BreaksOut” in segno di protesta e a favore della loro rivendicazione di libertà sia dall’occupazione israeliana sia dall’oppressivo regime di Hamas. Nelle ultime settimane della sua vita prende posizione a favore delle rivoluzioni del 2011 in corso in diversi Paesi arabi.
Costantemente minacciato, il 14 aprile 2011 viene rapito a Gaza. Un video pubblicato su YouTube dai rapitori, un gruppo terrorista salafita attivo nella striscia di Gaza chiamato Tawhidwal-Jihad, lo mostra bendato e legato, accusato di essere entrato a Gaza “per diffondere la corruzione”. Viene inoltre lanciato un ultimatum, chiedendo in cambio della sua liberazione la scarcerazione di alcuni militanti jihadisti, detenuti nelle carceri palestinesi. Il giorno successivo, viene rinvenuto il suo cadavere dalle Brigate Ezzedin al-Qassam nel corso di un blitz in un’abitazione di Gaza City; la morte sarebbe avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 aprile.
L’omicidio di Arrigoni ha suscitato sdegno in tutto il mondo ed è stato condannato dalle Nazioni Unite e da molti singoli stati. Le autorità della striscia di Gaza gli hanno tributato un “saluto solenne” con centinaia di partecipanti prima del suo trasferimento verso l’Italia.

A Gaza nell’ottobre 2014 si è aperta una scuola materna dedicata a “Vittorio Arrigoni” gestita dall’associazione palestinese “Ghassan Kanafani”, e costruita grazie a campagne di raccolta fondi in Italia.

 

Libri di Vittorio Arrigoni:

Vittorio Arrigoni, Gaza. Restiamo umani. dicembre 2008-gennaio 2009, Roma, Il Manifesto-Manifestolibri, 2009

Vittorio Arrigoni et al., Palestina: pulizia etnica e resistenza, Castelfranco Veneto, Zambon, 2010

Vittorio Arrigoni et al., Missione di inchiesta delle Nazioni Unite sul conflitto di Gaza, Francoforte sul Meno, Zambon, 2011

Vittorio Arrigoni, Il Mare di Gaza (raccolta di articoli), Il Manifesto, 2014

Per ricordare il lavoro, l’impegno e il cuore di Vittorio Arrigoni il DARG TEAM di Gaza ha riarrangiato Onadekum, noto motivo arabo di Ahmad Qabour (su testo tratto da una poesia del poeta e uomo politico palestinese di Nazareth Tawfiq Zayad).

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