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Data

28 Mag 2023 - 02 Giu 2023
Expired!

Ora

20:00 - 23:00

Costo

€10.00

Il Grande Teatro di Lido Adriano | Mantiq At-Tayr – il Verbo degli Uccelli

Mantiq At-Tayr il Verbo degli Uccelli
dal celebre poema sapienzale di Farid Ad Din Attar, poeta persiano del 1200

direzione artistica Luigi Dadina, Lanfranco Vicari
regia Luigi Dadina
drammaturgia Tahar Lamri
direzione organizzativa Federica Francesca Vicari
scena e supervisione costumi Alessandra Carini, Nicola Montalbini
ideazione costumi Sartoria Natascia Ferrini, Stefania Pelloni, Simona Tartaull
composizione musiche e arrangiamenti Francesco Giampaoli
cori Lanfranco Vicari
coordinamento musicale Francesco Giampaoli, Enrico Bocchini
narrazione e cura degli spazi scenici Massimiliano Benini

coordinamento organizzativo Federica Savorelli
ideazione grafica Massimiliano Benini
ufficio stampa Michele Pascarella
responsabile tecnico Matteo Rossi
allestimento tecnico Matteo Rossi, in collaborazione con la squadra tecnica di Ravenna Teatro e Audio Elite

con Lorenzo Carpinelli, in scena uncentinaio di persone tra attori e musicisti

una coproduzione CISIM|LODC, Ravenna Festival
realizzato con la preziosa collaborazione di Ravenna Teatro/Teatro delle Albe
in collaborazione di Librazione Soc. Coop., La Cuciria e Riti

Biglietti online: https://www.ravennafestival.org/events/mantiq/

Un centinaio tra attori e musicisti: bambini e adulti di varie nazionalità hanno lavorato insieme, a Lido Adriano, per dar vita a questa prima tappa del Grande Teatro. Il testo è tratto dal celebre poema sapienziale sufi di Farid Ad Din Attar, poeta persiano del 1200. Gli uccelli si trovano e sentono la necessità di avere un re, un ordine, una rappresentanza. L’upupa li informa che il re esiste: il Simorgh. Bisogna andare alla sua ricerca. Dopo molte peripezie, dopo aver varcato le sette valli, quella della Ricerca, dell’Amore, della Comprensione, dell’Indipendenza, dell’Unità, dello Stupore e della Povertà, trenta di loro arrivano alla meta. Ma alla soglia della settima valle si accorgono che Simorgh altro non è che uno specchio in cui è riflessa la loro immagine: il fine del viaggio è la ricerca di se stessi.