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Lido Adriano è la località dove sono concentrati il maggior numero di immigrati nella provincia di Ravenna. Vi si parlano 55 lingue. In quella furiosa “Porta d’Oriente” Luigi
Dadina del Teatro delle Albe ha messo in moto un vivacissimo centro culturale, oggi gestito da una lungimirante cooperativa sociale e da uno scatenato gruppo di rapper

di Michele Pascarella
intervista Luigi Dadina, Laura Gambi e Lanfranco Vicari

Come siete arrivati a Lido Adriano?
Luigi Dadina Mandiaye N’Diaye e Mor Awa Niang, arrivati a Ravenna, hanno vissuto a casa mia. In seguito le Albe “afro-romagnole” hanno abitato a Lido Adriano, dove anch’io avevo vissuto per un inverno. Poi, verso la fine degli anni Novanta, la decisione di non prendere parte allo spettacolo I Polacchi mi ha spinto a ricercare il senso del mio procedere a Lido Adriano: volevo raccontare e abitare storie di periferia, stare tra adolescenti cresciuti come me in un quartiere considerato pericoloso dalla “sonnolenta” Ravenna. Assieme a Laura Gambi, che nel frattempo con la sua cooperativa Libra si occupava di stranieri e che stava scrivendo il suo primo libro raccogliendo le biografie di dieci donne immigrate, concretizzammo la prima azione comune: un laboratorio teatrale inserito in un corso di alfabetizzazione per giovani appena arrivati in Italia dall’Europa dell’Est e dall’Africa.

Poi hai incontrato i rapper che oggidirigono il Cisim.
Luigi Dadina Sì. Nel 2003 coinvolsi alcuni adolescenti del gruppo rap Il Lato Oscuro della Costa nella costruzione di un esito finale di un laboratorio della non-scuola. Parlai a Moder (Lanfranco Vicari) e Penombra (Massimiliano Benini) dei griot, i progenitori dei rapper, gli specialisti della parola orale dell’Africa sub-sahariana a cui è affidata la memoria storica e culturale della comunità. Dissi di alcuni di quei griot che ora abitavano nei condomini di Lido Adriano.

In che modo avete trovato il Cisim?
Lanfranco Vicari Eravamo alla disperata ricerca di uno spazio. Dopo molti travagliati tentativi e alcuni fallimenti il video-artista Yuri Ancarani ci ricordò del Cisim, l’unico locale al mondo originariamente concepito come laboratorio in cui realizzare mosaici, con vasche e attrezzature adeguate. Andammo a vederlo: era in disuso da molti anni, da fuori si scorgeva solamente il tetto dell’edificio, per il resto interamente coperto da erbacce. Con un calcio sfondammo la porta ed entrammo. Vetrate, pareti, soffitto: tutto cadeva a pezzi. C’erano pietruzze e martelli per il mosaico assieme a biciclette e motorini rubati: quello spazio era utilizzato dalla microcriminalità locale come deposito. Dopo qualche mese ne chiedemmo al Comune la gestione. Il 2 giugno del 2009 organizzammo lì la prima Festa della Repubblica. Dopo molti lavori di sistemazione, a dicembre 2010 il Cisim fu ufficialmente inaugurato.

Cosa è oggi il Cisim?
Laura Gambi È un centro culturale aperto da ottobre a giugno, composto di una grande sala, di una biblioteca dedicata al fumetto e di uno sportello Informagiovani/ Informadonna. È un luogo in costante dialogo con gli abitanti di Lido Adriano, ma anche con intellettuali e spettatori del mondo. Vi si organizzano molti laboratori, principalmente rivolti agli adolescenti e ai giovani, gestiti direttamente da artisti: di hip hop (rap, writing, dj), ma anche di fotografia, mosaico, scrittura e cinema. Senza dimenticare, ovviamente, la non-scuola del Teatro delle Albe, per molto tempo realizzata con adolescenti e, dall’anno scorso, anche con un gruppo di bambine e bambini di scuola primaria.
Lanfranco Vicari La non-scuola ci ha fatto incontrare: è la prima “istituzione” che a Ravenna ha dato spazio al rap, è alla base della nascita del Cisim. Il nostro laboratorio di rap, lo ripeto spesso a Marco Martinelli, nasce sulla falsariga della non-scuola.
Laura Gambi Nel calendario del Cisim ci sono anche alcuni spettacoli teatrali, da sempre programmati in stretta collaborazione con Ravenna Teatro. All’inizio si è trattato di letture, come Madre notte di Kurt Vonnegut, o di letture con musica, come Il regno profondo di Claudia Castellucci della Socìetas Raffaello Sanzio. Da quando, nel 2012, è partita la
stagione condivisa di Ravenna viso-in-aria, abbiamo cercato spettacoli che intrecciassero più arti. In ogni caso, lavori adatti agli spazi non convenzionalmente teatrali del Cisim.
Lanfranco Vicari Vengono anche organizzati, oltre ad alcune proiezioni di documentari, moltissimi concerti. Innanzitutto di rap ma anche di cantautori o musicisti sperimentali provenienti dalla scena off.

Che cosa caratterizza la stagione 2014-2015?
Laura Gambi Il filo conduttore che abbiamo scelto è il motto credere per vedere. Per dirla con Laura Boella: «Quello che tutti in fondo ci auguriamo è che la vita, stretta tra il nascere e il morire […] ci metta in condizione, ci dia il tempo, di aprire il più possibile lo spazio […] di un altro mondo, di un’altra sensibilità, di un altro sistema di valori, della responsabilità di ogni gesto, parola, silenzio». Oltre a diversi laboratori, concerti e proiezioni, sono in programma lo spettacolo Un volto senza armi di Fiorenza Menni del collettivo Ateliersi, realizzato nell’ambito del Festival Focus Jelinek, e Io, il couscous e Albert Camus del Teatro delle Ariette. Questi artisti sono già stati ospiti del Cisim in passato: spesso chi viene a Lido Adriano poi sente il desiderio di tornarci. Questa per noi è una grande soddisfazione.